Informazioni e decisioni
della Commissione europea
La Commissione Europea il 15 settembre 2008 ha
informato i Paesi Membri circa il rinvenimento, in
Cina, di melamina in latte in polvere per lattanti.
Questa prima informazione è avvenuta tramite il
sistema di allerta comunitario (RASFF).
Successivamente, sono pervenute altre informazioni
da parte della UE. Il 17 settembre la Commissione ha
chiesto di aumentare i controlli per i prodotti
importati dalla Cina sulla base delle indicazioni
dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Un successivo rapporto Infosan, inviato il 18
settembre, ha evidenziato una estensione della
contaminazione anche ad altri prodotti: formule per
lattanti, gelati allo yogurt prodotti a Shanghai e
bevande al caffé in lattina prodotte a Taiwan.
Nello stesso giorno gli Stati membri sono stati
invitati ad innalzare l’attenzione sulla possibile
presenza di prodotti contaminati, pervenuti tramite
canali non convenzionali, sul mercato europeo e
sulla opportunità di attivare un sistema di
sorveglianza per individuare i possibili casi di
intossicazione correlati al consumo di prodotti per
lattanti contaminati da melamina.
Il 19 settembre la Commissione ricorda che il latte
e i prodotti a base di latte di origine cinese non
possono essere importati nei Paesi Membri e
raccomanda di intensificare i controlli per i
prodotti composti contenenti latte o latte in
polvere.
È opportuno sottolineare che, sulla base delle
disposizioni relative al controllo all’importazione
degli alimenti di origine animale applicate a
livello comunitario, per prodotto a base di latte si
intende un alimento costituito da almeno il 50% di
latte.
L’importazione di tali prodotti dalla Cina non è mai
stata consentita. Tale divieto è stato confermato
dalla Decisione 2002/994, recante misure di
protezione nei confronti di prodotti di origine
animale importati dalla Cina.
La Commissione il 19 settembre ha informato gli
Stati Membri di aver richiesto alle Autorità cinesi:
- che i prodotti
esportati in Europa non contengano latte
contaminato e di condividere qualsiasi altra
informazione con la nostra Delegazione;
- di sospendere
temporaneamente l’esportazioni di prodotti
composti contenenti latte a meno che a seguito
di opportuna verifica non venga garantita
l’assenza di contaminazione da melamina.
Il 25 settembre, anche su
richiesta italiana, la Commissione dell’Unione
Europea ha convocato a Bruxelles una riunione
straordinaria del Comitato della catena alimentare e
della sanità animale per informare gli Stati Membri
sugli eventi e sui contatti intercorsi con le
autorità cinesi.
Nel corso della riunione la Commissione ha
manifestato l’intenzione di inviare in Cina, seppur
non in tempi brevi, i propri ispettori per
verificare l’estensione del fenomeno, tenuto conto
dei cambiamenti ai vertici sanitari cinesi.
La Commissione ha presentato agli Stati membri la
proposta di decisione, emanata il giorno successivo,
applicando la clausola di salvaguardia. La proposta
prevede:
- il divieto di
importazione di prodotti contenenti latte e
prodotti derivati di origine o provenienza dalla
Cina destinati ai lattanti e ai bambini fino a
tre anni;
- l’obbligo per gli
Stati membri di organizzare controlli sui
prodotti che contengono più del 15% di latte e
derivati, in importazione o già presenti sul
mercato;
- il controllo
obbligatorio per i prodotti per i quali non sia
dichiarata la percentuale di latte;
- l'individuazione del
livello massimo di melamina consentito in 2,5
mg/Kg di prodotto;
- la trasmissione alla
Commissione di tutti gli esiti analitici;
- le spese dei controlli
all’importazione a carico degli operatori.
La delegazione italiana non ha
condiviso tale impostazione ritenendola
insufficiente a fronteggiare l’emergenza sanitaria
per i seguenti motivi:
- assenza di una
certificazione di garanzia all’origine;
- incompletezza della
lista dei prodotti a rischio;
- assenza di procedure
armonizzate nei controlli all’importazione.
La legislazione comunitaria,
infatti, prevede il controllo obbligatorio alle
frontiere comunitarie (PIF) solo per i prodotti di
origine animale.
Solo il nostro Paese ha un’organizzazione che
prevede il controllo alle frontiere anche degli
alimenti di origine vegetale, alimenti composti,
farmaci, materiali destinati a venire a contatto con
gli alimenti etc.
Gli Uffici veterinari di confine (PIF) controllano
tutti i prodotti di origine animale in provenienza
dai Paesi terzi; gli Uffici di sanità marittima
aerea e di frontiera (USMAF), gli altri alimenti.
Pertanto possiamo dire che i controlli ufficiali
effettuati dal nostro Paese sugli alimenti importati
sono sistematici e più accurati di quanto previsto
dalla normativa comunitaria.
La proposta di Decisione presentata al Comitato è
stata adottata il 26 settembre e pubblicata in
G.U.CE con il numero 2008/757/CE il giorno
successivo, poi abrogata dalla Decisione 2008/798/CE
del 16 ottobre che impone condizioni speciali per
l'importazione di prodotti contenenti latte o
prodotti lattieri originari della Cina o da essa
provenienti.